Circolare nazionale Luglio-Agosto 2017
A cura della rete di Alessandria

Raccontiamo un’esperienza nella scuola primaria dell’alessandrino: mercoledì 12 aprile 2017 si è tenuta presso le Scuole di Solero (AL) la tradizionale “Giornata della memoria”, voluta e sostenuta dall’Associazione Comunicando, in collaborazione con la Rete Radié Resch, per stimolare negli alunni la riflessione su temi di attualità. Lo spunto di quest’anno è stato offerto dal docu-film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, cui i ragazzi di terza media hanno lavorato, con fatica e buona volontà, per avvicinare un tema delicato quale l’immigrazione.
Parlano i ragazzi: “Onestamente, all’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a seguire il lungometraggio, per la lentezza dell’azione, per la lingua utilizzata – il dialetto siciliano che si mescola alle varie voci dei migranti – e per le immagini spesso buie, che riproducono il cielo cupo della notte e della tempesta.
Fuocoammare ci parla di una delle tante realtà dei nostri giorni – gli sbarchi di migranti che, con crescente frequenza, avvengono lungo le coste italiane – e lo fa attraverso la storia di un’isola che è diventata il simbolo dell’emergenza e dell’accoglienza: Lampedusa”.
Parlano i migranti: “Non potevamo restare in Nigeria, molti morivano, c’erano i bombardamenti. Siamo scappati nel deserto. Nel Sahara molti sono morti, sono stati uccisi, stuprati. Non potevamo restare. Siamo scappati in Libia, ma in Libia c’era l’ISIS e non potevamo rimanere.
Abbiamo pianto in ginocchio: -Cosa faremo? Le montagne non ci nascondevano, la gente non ci nascondeva, siamo scappati verso il mare. Nel viaggio in mare sono morti in tanti. Si sono persi in mare. La barca aveva novanta passeggeri. Solo trenta sono stati salvati, gli altri sono morti. Oggi siamo vivi.
Il mare non è un luogo da oltrepassare. Il mare non è una strada. Ma oggi siamo vivi. Nella vita è rischioso non rischiare, perché la vita stessa è un rischio… Siamo andati in mare e non siamo morti”.
E’ il sogno di una scuola nuova, attenta al presente. Vorremmo rendere attuale l’insegnamento di d. Milani, un profeta che ci interroga ancora oggi.
“Però chi era senza basi, lento o svogliato, si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta per lui. Finché non aveva capito, gli altri non andavano avanti.” (Lettera ad una professoressa pag. 12).
La scomparsa di Ettore ci induce ad accomunarlo all’azione ed al pensiero del sacerdote di Barbiana: la passione per gli ultimi e gli esclusi sono stati lo scopo della loro vita.
Ognuno di noi nel suo quotidiano può fare la sua parte nella lotta per un mondo più giusto e più uguale.
Anche noi terminiamo con un aneddoto Zen.
Un monaco disse a Joshu: “Sono appena entrato a far parte del monastero. Ti prego, istruiscimi”. Joshu domandò: ”Hai mangiato la tua zuppa di riso?”. Il monaco rispose: “L’ho mangiata”. Joshu disse: ”Allora faresti meglio a lavare la tua ciotola”.

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