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Rete di Quarrata Luglio-Agosto 2017

Carissima, carissimo,
oggi, Apple, Amazon, Facebook, Google, Alibaba, Tercente, Huawei hanno superato singolarmente il prodotto interno lordo di Stati come Svezia, Norvegia o Svizzera, mentre il dolore innocente, la sofferenza dei piccoli, di miliardi di persone ci sta davanti, ci interpella. La risposta non può essere l’impotenza, un pessimismo senza fine o la depressione. Da ogni luogo di dolore può scaturire un altro sentire, un’altra prospettiva, un’altra speranza. Uomini e donne con poco, con gli occhi lucidi di lacrime ma risplendenti di speranza, di voglia di vivere. Di fronte a ciò è in gioco il senso profondo della vita. Le guerre, le sofferenze, l’ingiustizie non vanno in ferie. L’arrivo continuo di profughi in particolare dall’Africa, sono causati da un bisogno primario, scappano dalla fame. Il loro partire non contribuisce per nulla alla soluzione dell’arretratezza economica africana, ma anzi l’aggrava perchè sottrae continuamente forze giovani e adulte, le più importanti per la soluzione del problema. E così impoverisce ulteriormente quei paesi. Urge un impegno politico profondo per imparare a mettere a fuoco gli obiettivi. Individuare un obiettivo e impegnarsi a raggiungerlo, sicuramente comporterà momenti difficili ma possiamo svegliarsi ogni mattina con uno scopo e alla notte andare a dormire sapendo di aver fatto la nostra parte. Credo che questo sia il minimo indispensabile che possiamo fare. Organizzare la resistenza non è una corsa, è una maratona. L’obbligo di impegnarsi giorno dopo giorno. Penso alla “formica” don Milani che ha scommesso tutta la sua vita sulla scuola, avendo di fronte a se l’ignorante, la mancanza di cultura e di istruzione, ha scelta di impegnarsi per questa povertà; a Davide Maria Turoldo, provenendo dal mondo dei poveri, subito ha avuto davanti l’affamato dal mondo dei poveri; a quella dell’ex prete guerrigliero colombiano Camillo Torres, che aveva lasciato la tonaca per imbracciare il mitra, molto amato dal mondo cattolico in quegli anni per la sua visione di un socialismo cristiano… Sulle pareti di Barbiana non a caso era riportata l’esortazione di Che Guevara: “il ragazzo che non studia non è un buon rivoluzionario”.

In Marcia, in cammino, in nome del “NOI”
Dunque anche quest’anno il primo appuntamento di impegno sociale a prendere il via, dopo la pausa estiva, sarà quello della 24a Marcia della Giustizia che sabato 9 settembre si snoderà lungo le strade della provincia di Pistoia in Toscana, fra Agliana verso Quarrata. Ancora una volta, come avviene da ventiquattro anni, si marcerà nel nome dei beni comuni e della cultura delle corresponsabilità. Ancora una volta nel nome dei diritti negati ed in particolare per coloro che ancora non li conoscono. E quest’anno, per rafforzare bene quanto siano fondamentali i richiami, le attenzioni per gli altri, ecco che il tema della 24a Marcia della Giustizia, come rimanda anche lo stesso manifesto, sarà il richiamo al dovere dell’impegno. Andando anche oltre, coinvolgendo fino a comprendere la vera sfida del tempo, fino all’impegno di quel “noi” che troppo spesso piace essere rammentato solo a parole. Così mentre oggi tutto sembra testimoniare come prevalente il rinchiudersi nel proprio “io”, nella propria isola di interessi privati, ecco, come reazione, la necessità di riportare a condivisione quei valori che a lungo, negli ultimi decenni, sembrano essere stati scacciati. Chiusi nei recinti degli egoismi personali e di un mondo pilotato da oligarchie indiscutibili. In pieno contrasto alla cultura dominante, succubi di una informazione che solo all’apparenza sembra aperta ma in realtà si comporta in modo pervasivo ed appiattito. Di quel successo che i nuovi padroni del mondo vogliono far sembrare a portata di mano, ma in realtà irraggiungibile, meta ed inutile feticcio a cui ambire sopra a tutto e tutti. Ecco spiegata la volontà di riportare alla luce, come simbolo della Marcia per quest’anno, quel quadro, di un pittore italiano, Giuseppe Pellizza da Volpedo, realizzato nel 1901, che ispirato, colpito dalla forza, dall’orgoglio delle manifestazione di quel tempo, riuscì ad eseguirne la perfetta trasposizione in quell’opera. Una forza che oggi, con il mutare dei tempi pare difficile da ritrovare nelle realtà. Quel “Quarto stato” che marcia, non procede solo nel segno di una protesta, verso una piazza ideale, verso un luogo di aggregazione. L’avanzare non è violento, qualcuno dice deciso. Gli sguardi, i volti sono fieri. Nessun segno di rabbia, solo la inevitabile sensazione di forza dovuta alla condivisione politica dei valori che li hanno mossi. In questa stessa consapevolezza data dalla forza del marciare insieme con l’ambizione delle “corresponsabilità”, del “noi” portato avanti a tutti gli “io” del nostro tempo, che sabato 9 settembre, in migliaia sfileremo per andare poi ad ascoltare, in piazza Risorgimento, a Quarrata, don Luigi Ciotti, il fondatore, l’anima, di Libera, del Gruppo Abele, Antonietta Potente, teologa domenicana, Gianni Minà, giornalista, Giulietto Chiesa, giornalista, direttore di Pandora Tv ed infine con Mohamed Ba, attore e mediatore culturale. “La sfida del “Noi” impone un impegno di conoscenza, da soli non siamo niente, accogliere, ascoltare, sviluppare un’azione politica insieme è fondamentale per la cresci a personale, sociale”. Dunque un appuntamento a cui non mancare, da cui emergeranno sicuramente nuovi spunti per una stagione complessa. Non fosse altro per quel “noi” che dovrà passare avanti ad ogni “io”. Punto di ritrovo, piazza Gramsci ad Agliana, alle ore 18 con partenza del corteo alle 18,45. Arrivo, dopo poco più di
sette chilometri, a Quarrata, verso le 21, dove appunto parleranno i relatori.

Antonio e Luca

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Coord. Salerno 17-1
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