Rete di Verona Maggio 2017
Cari amici della solidarietà della Rete Radié Resch di Verona, inizio questa circolare locale, veronese, con una notizia che ci arriva dal Medio Oriente, di cui non s’è avuto particolare riscontro sui media italiani: lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi. Che 1500 persone decidano ed attuino tutte insieme uno sciopero della fame ad oltranza dovrebbe essere una “notizia”. Ma si tratta di Palestinesi. Per di più prigionieri politici e, ancora peggio, ristretti nelle carceri israeliane. E dunque, benché chiedano solo “Pace e Dignità” ed un trattamento umano, come prescritto dal Diritto Internazionale, la notizia non c’è sui grandi mezzi di informazione, anzi non è mai comparsa. Non se ne parla e non se ne scrive sicché l’opinione pubblica ne è all’oscuro. (dal Comunicato stampa delle Associazioni di sostegno) La situazione della Palestina è ben oscurata, non se ne deve parlare, valgono solo gli accordi fra stati, e ciò che impone Israele, il popolo eletto; come l’accordo per aumentare gli insediamenti israeliani a Gerusalemme, per spostare le ambasciate da Tel Aviv a Gerusalemme, per evitare ogni discussione ed attuazione delle delibere dell’ONU per la Cisgiordania, per togliere il muro della vergogna, per un secondo stato libero e indipendente, senza parlare mai dei prigionieri politici palestinesi detenuti e migliaia nelle carceri israeliane, senza alcuna possibilità di ispezione internazionale. Capofila dei detenuti Palestinesi nel lanciare questo sciopero della fame é stato Marwan Barghouti, a noi della Rete ben noto, salutato come un nuovo Mandela da Uri Avnery, l’intellettuale israeiano che si batte per la pace fra israele e Palestina, fondatore del movimento pacifista israeliano Gush Shalom. Dei prigionieri in Turchia o in Venezuela tutto passa sui media, ma di ciò che avviene con i detenuti Palestinesi non si può parlare, sono tutti estremisti attentatori. Bargouthi è stato condannato dai tribunali israeliani a ben 5 ergastoli. Riflettiamo alle ragioni di questo sciopero della fame, e ci verrà qualche dubbio leggendo cosa scrive e cosa si dice all’assemblea ONU, tutti contro l’unico popolo libero del Medio Oriente, Israele. Per proseguire questi approfondimenti sulla Palestina, venerdì 12 maggio alle 20.45, siamo invitati ad un interessante incontro a Sezano, dove incontreremo un giornalista importante, Mustafà El Ahoubi, giornalista di Nigrizia. Il tema è Palestina e Israele all’epoca di Trump. El Ajoubi è capo redattore del mensile Confronti, mensile ecumenico interreligioso, e tiene una rubrica fissa su Nigrizia, e ci siamo già incontrati con lui. In questi giorni c’è una grande polemica politica in Italia sui migranti e le ONG che li caricano sui gommoni e sulle navi, per salvarli dai naufragi, con un comportamento indicato come criminale. Ci sono state accuse contro le ONG, sospettate di aiutare gli scafisti, ma molte sono state le prese di posizione in difesa di quelle associazioni, dei presidenti del Senato e della Camera italiani, dei comandanti della Marina italiana, di molti scrittori, di Medecins sans frontieres, dell’Unicef (sui giornali c’era un elenco puntuale delle risposte ad ogni accusa). Mi pare interessante indicare anche la presa di posizione di Mussie Zerai, sacerdote cattolico di origini somale, chiamato l’angelo dei profughi, che abbiamo conosciuto al Convegno 2016 a Trevi, che vive in Svizzera e coordina le attività del gruppo Habeshia, candidato al Nobel per la pace. L’articolo si può trovare sul sito di Habeshia, ed ha girato sulla lista rete. Non riproduco qui tutto l’articolo, ma è importante indicare la presa di posizione di Mussie Zerai. Nei Coordinamenti dei gruppi rete si sta discutendo su come fare solidarietà oggi, perché molte cose stanno cambiando, anche nelle forme della nostra solidarietà. Si è deciso di approfondire questo argomento nei Seminari della Rete di quest’anno (ricordate: negli anni pari si fa il Convegno nazionale, come nel 2016 a Trevi, e negli anni dispari ci incontriamo in incontri più piccoli e vicini, regionali, l’ultimo nel 2015 fu a Isola Vicentina). E il Seminario interregionale per noi del Nord Est di quest’anno sarà a Padova, secondo tradizione, domenica 14 maggio, dalle 9 alle 17, nella sala dei Comboniani di via S.Giovanni da Verdara, l’organizzazione è della R di Castelfranco, Fabio Marta e Mariangela, il pranzo sarà autogestito, cioè con ciò che ciascuno porterà, per sé e per gli altri. E’ bene concordare le modalità con una telefonata agli amici di Castelfranco o di Padova. Insieme al nostro Seminario interregionale del Nord Est, in altre località italiane si svolgeranno contemporaneamente altri seminari analoghi, come negli anni trascorsi, probabilmente nel Nord Ovest, in Piemonte o in Liguria, in Lombardia, in Toscana per il centro Italia, al Sud, in Campania o in Puglia, e forse anche in Sicilia o in Sardegna. Quest’anno si vuol poi raccogliere il materiale prodotto in questi Seminari per possibili rielaborazioni o riflessioni, e ci si vuol trovare ancora una volta per un ulteriore Seminario nazionale (quasi per un nuovo Convegno), ancora sullo stesso tema delal solidarietà oggi, e s’è già fissato luogo e data: sarà l’8 ottobre a Brescia. Ma si daranno ulteriori indicazioni, informazioni e inviti. Per noi veronesi, comunico che nei prossimi giorni avremo un ospite del Guatemala: viene in Italia Nicolasa, e sarà ospite alcuni giorni a San Zeno di Colognola ai Colli, girando poi per Verona e altri luoghi. Faremo alcuni incontri in giro, chiamando personalmente gli amici. Nicolasa Mendoza è una preziosa collaboratrice di padre Clemente, attiva nella zona del Lago Atitlan, tra i vulcani della Montagna, ma ha già lavorato nei Progetti del Padre a Parraxtut e a Chel, in montagna. Arriva a Verona l’11 maggio, resterà in zona alcuni giorni, per poi proseguire il suo viaggio in altri luoghi d’Italia; appena avremo informazioni più dettagliate daremo indicazioni più precise. Per la Colletta locale: vedete la distribuzione di questo mese, maggio, iniziamo ormai a seguire regolarmente il Progetto in Ghana, ad Adjumako, con la scuola delle ragazze. Ne parleremo più chiaramente nel nostro prossimo incontro di rete, che non abbiamo ancora fissato. Tanti ritardi di organizzazione sono legati anche alla mia situazione fisica, che sapete in aprile è stata un po’ precaria. Ora mi pare di stare decisamente meglio, i nostri dottori del gruppo, Gianni e Gianco, sono già venuti a vedermi, ma forse è tempo di pensare a un cambio di gestione, e comunque ad una gestione più collegiale: ne parleremo nei nostri prossimi incontri.
Un caro saluto a tutti, a presto
Dino e Silvana