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Tribunale Permanente dei Popoli

TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI

aggiornamenti per Rete Radié Resch

Il lunghissimo tempo della pandemia ha probabilmente reso ancor più forte il senso di fragilità e di incertezza di futuro anche degli impegni del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), che ha proprio nella partecipazione viva delle persone, vittime e testimoni, una delle sue caratteristiche più importanti.

Non c’è dubbio che vari programmi (anche tra quelli preannunciati nell’ultima lettera) hanno dovuto essere modificati, rimandati, … Ma con tutto ciò siamo andati avanti.

Un risultato importante che si è potuto ottenere lavorando durante il periodo iniziale del lockdown imposto dalla pandemia, è stata la pubblicazione di un libro che tira un poco le somme dell’attività di tutto il Tribunale durante i suoi 40 anni di vita: il titolo – Diritti dei popoli e disuguaglianze globali – riassume in modo preciso l’attualità del ruolo del TPP.

La storia, spesso convulsa, frammentata, piena di conflitti di un mondo divenuto sempre più globale (la pandemia ne è stata una delle sue espressioni) è raccontata a partire dal basso, dalla esperienza delle lotte dei popoli reali e dei loro sogni, mai abbandonati, di liberazione ed autodeterminazione. Il libro è a disposizione (chiedere a Liviana), e sarebbe bello potesse essere letto e ‘vissuto’ come qualcosa che è nato anche grazie alla partecipazione della Rete RadiéResch. Chi sa se sarebbe ancor più bello ritrovarsi un giorno, protetti dalle vaccinazioni, per condividere e discutere meglio tutto il significato di questa lunga storia, che continua ad essere espressione di una resistenza (senza illusioni, ma senza stanchezza) ad un modello di vita che sembra tradursi con sempre più chiarezza in una nuova (diversa, ma radicale) “colonizzazione” da parte dei “proprietari dei beni di mercato” rispetto ai soggetti di diritti inviolabili (vedi articolo “E’ ufficiale: i diritti umani sono scaduti, 21/5/21, Volere la luna). Insieme a questo rapporto si propone una riflessione che potrebbe essere una specie di programma per l’incontro da fare: per ridare alla inviolabilità dei diritti un futuro.

Pur nella distanza imposta dalla pandemia, il lavoro del Tribunale Permanente dei Popoli è andato avanti. Il lavoro con le comunità del Cerrado, già ricordato nella circolare precedente, ha trovato il modo di sopravvivere e di rinnovarsi, pur nelle condizioni tragiche di un Brasile che sembra tornato con la dittatura di Bolsonaro ai tempi delle dittature militari. Attualmente, con il supporto di una grande rete di movimenti e di comunità, è previsto il lancio pubblico del TPP per il mese di settembre, e la realizzazione di 3 sessioni pubbliche con testimoni delle diverse popolazioni indigene a partire dal Novembre 2021 per arrivare alla Sessione conclusiva nella prima metà del 2022.

L’attenzione ancor più operativa del TPP si è venuta concentrando sulla Colombia, la cui situazione molto critica per il boicottaggio da parte del Governo degli accordi internazionali di pace (firmati ufficialmente nel 2016, e seguiti dalla consegna delle armi da parte del movimento di guerriglia delle FARC) era completamente ignorata dai media e dall’opinione pubblica internazionale.

Una piattaforma di 400 organizzazioni, movimenti sindacali, popolazioni indigene ed afrodiscendenti, movimenti di donne e giovani, di campesinos, di personalità della società civile, ha presentato un atto di accusa per un genocidio continuato dell’identità e della vita del popolo colombiano lungo più di 70 anni di storia. La documentazione estremamente dettagliata ed estesa in tutti i suoi aspetti (sociali, politici, giuridici: per un totale, di solo materiale scritto, di 5000 pagine integrato da materiale visivo ed orale) è stata riconosciuta come assolutamente affidabile da parte della Segreteria e della Presidenza del TPP, e presentata in pubblico da parte di due magistrati colombiani il 19 gennaio 2021.

Le Sessioni pubbliche , con la presenza anche fisica di moltissimi testimoni e di relatori si sono svolte ( per favorire la partecipazione delle comunità interessate) in tre città diverse -Bucaramanga, Bogotà , Medellin- nei giorni 25-27 marzo 2021 .

Il lavoro enorme di redigere una sentenza che doveva esaminare praticamente tutta la storia recente della Colombia per arrivare a pronunciare un giudizio sulla fondatezza e le caratteristiche di un crimine come quello previsto nell’atto di accusa, genocidio continuato, ha richiesto un impegno collegiale di tutti i 13 componenti della giuria internazionale (da Argentina, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua, Portogallo, Spagna) presieduta da Philippe Texier, giudice emerito della Corte di Cassazione francese.

Il giudizio, di pieno riconoscimento delle responsabilità, e perciò di condanna per genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità di tutti i presidenti dei governi di Colombia dal dopoguerra fino a quello attualmente in carica, è stato letto pubblicamente a Bogotà il 17 giugno scorso, con una forte partecipazione, fisica a livello locale, e da remoto, che ha visto la presenza costante di più di 400 persone durante le 4 ore dell’evento.

Un giudizio di piena corresponsabilità -per tutti i massacri, le disapparizioni forzate, gli assassinii mirati di migliaia di persone, nella piena impunità da parte di un sistema giudiziario “dipendente” dai governi e fortemente controllato dall’apparato militare – è stato formulato anche per gli Stati Uniti, la cui presenza strategica, militare ed economica, è stata specificamente messa in evidenza in una sezione particolarmente penetrante della sentenza. Senza mettere in sottordine la responsabilità di connivenza e di silenzio della comunità internazionale e specificamente dell’Unione Europea , che è stata, e continua ad essere “spettatrice e sostenitrice” dei governi colombiani, che ricevono aiuti diretti importanti perché riconosciuti come garanti di democrazia, e che sostengono le politiche di sfruttamento e repressione delle compagnie transnazionali attive soprattutto nel campo minerario e del controllo delle risorse ambientali ed agricole. È chiaramente impossibile in questa sede produrre una sintesi più articolata del giudizio (più di 100 pagine di testo, più altrettante di annessi, che includono non solo tutta la legislazione, nazionale ed internazionale, cui si è fatto riferimento per la qualificazione dei crimini, ma anche l’elenco nominativo delle centinaia di assassinati recenti durante il “processo di pace”). Il documento originale è disponibile, per ora solo in spagnolo, sul sito del TPP, ed è accessibile anche sul sito dei promotori della Sessione.

È possibile fin da ora sottolineare che la serietà e l’originalità dell’analisi e delle conclusioni del TPP (sia per la documentazione e la qualificazione dei fatti, sia per i criteri di interpretazione giuridica, politica, sociale delle responsabilità sono state riconosciute come di importanza fondamentale per la continuazione della resistenza del popolo colombiano, che anche durante le ultime fasi della sessione è stato protagonista di mobilitazioni mai viste (ferocemente represse) per la rivendicazione dei diritti fondamentali.

Ancora una volta la opinione pubblica internazionale, grazie ai silenzi della politica e alle parziali cronache dei media, è stata spettatrice passiva di un evento, che in quanto genocidio impunito e non riconosciuto mette in discussione la stessa sostanza della democrazia come regola di convivenza umana.

Chi sa che sia possibile (al di la della accessibilità al testo tradotto) fare di questo ‘caso’ uno strumento di discussione e formazione, con la presenza di membri del TPP, per apprezzarne il significato e la valenza universale.

Il testo si è fatto ormai lungo. Altri impegni sono già all’odg del TPP: sulle uccisioni sistematiche dei giornalisti, sulla gestione criminale della pandemia in Brasile da parte di Bolsonaro …

Torneremo su questi temi …

Con una gratitudine rinnovata, ed un appuntamento a presto: in presenza: per fare meglio i tanti cammini che ci stanno davanti.

Simona Fraudatario e Gianni Tognoni

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