“il periodo buio creato da qs pandemia può essere un’occasione per entrare in contatto con noi stessi e con Dio, rivalutare il ns modo di vivere, apprezzare ciò che è essenziale e riscoprire il valore della fratellanza e della solidarietà”
Stefan Ogongo, attivista per i diritti umani
Lettera circolare della Rete Radié Resch di Genova maggio 2020.
QUALE BELLEZZA SALVERÀ O POTRÀ SALVARE IL MONDO?
(cioè quale “luce”)
Innanzitutto buongiorno e lieti di poterVi nuovamente incontrare anche solo attraverso una circolare! Buona giornata a tutti, vi abbracciamo e vi auguriamo una Buona Seconda Fase! (non so come dire altrimenti…) Coraggio, anche solo la riconquista di un po’ di movimento, l’estate e il bel tempo ci invitano a un certo buonumore! …mentre attraversiamo questa tempesta che le nostre vite hanno incontrato inviamo il link di un articolo di Internazionale sulla crisi che i poveri vivono oggi in Perù, raccontando la vita di un Barrio di Lima (come si chiamano in Perù le Barraccopoli). https://www.internazionale.it/notizie/andrea-closa/2020/04/14/baraccopoli-lima-virus Ciascuno, leggendoselo per conto suo si accorgerà che l’articolo è al tempo stesso messaggio e vita concreta, e ci tira un bel pugno nello stomaco. Senz’altro l’articolo preso da solo comunica ben di più di quello che intendiamo comunicare noi con la ns semplice circolare. In essa scriviamo di qualcosa degli argomenti dibattuti in qs periodo coralmente nel nostro gruppo di Genova e inviamo pertanto una circolare frutto del lavoro di dibattito e riflessione locale, con la presunzione di scrivere qualcosa non di mirabolante e particolarmente acuto ma di autentico e sincero perché proveniente dal ns vissuto.
1 L’articolo di Internazionale ,… Inviamo l’articolo perché pensiamo che sia significativo dell’impegno della Rete e che inoltre le informazioni che ci giungono dagli stessi poveri sono le più preziose e autentiche in realtà …Se ci immergiamo nella lettura dell’articolo, comprendiamo che è solo dall’amicizia, attraverso i legami umani, che può giungerci e giungere a ciascuna persona la luce necessaria per continuare a vivere, a camminare, a sostenersi. Solo da una prossimità, fatta sì di aiuto concreto ma anche di semplice presenza amica e affettuosa può promanare una forza per continuare a sperare e vivere la vita.
2 Il ns progetto in Perù…Per quanto riguarda il ns progetto in Perù, nella città di Huancajo, nel quartiere popolare di Occopilla, Don Gaspare (ns referente e prete romano di anni 77 in Perù dal 1985) e la comunità preparano in qs periodo cene di prossimità, cioè di quartiere, per aiutare la popolazione. Si raccolgono in comune le cose che si hanno e/o che si riescono a recuperare, si mette tutto in una pentola comune, e così si mette in piedi, un pranzo o una cena per tutti. Così resiste la gente, attaccandosi l’una all’altra per non cadere…
3 E infine Genova… a Genova, in questi mesi, con le dovute proporzioni, è emersa nei ns incontri di Rete, la parola, l’idea della “comunità”. Anche iI prossimo Sinodo indetto dal Papa nel 2022, si intitolerà alla chiesa sinodale, in cui al centro troviamo un pensiero semplice e concreto, un programma di vita, “camminare insieme”. Pensiamo che entrambi i discorsi contengano “tensioni” che si incontrano. Un qualcosa che emerge dal nostro vivere quotidiano, che affiora come una vena aurifera dal terreno stesso dell’esistenza e che merita di essere valutato e preso in considerazione. È su questo argomento che intendiamo soffermarci.
4 L’IDEA DI COMUNITA’
Affrontiamo nella circolare l’argomento, intendendo proprio, come dice il titolo, “come quella bellezza che salverà o che potrà salvare il mondo” appunto. “Un po’ a tentoni e balbettando ” qui di seguito ne trattiamo alcuni aspetti:
a – la comunità viene intesa da noi prima di tutto come luogo di umanità; cioè come luogo di incontro in cui il criterio di giudizio e il primato sono dati all’incontro e all’accoglienza dell’altro. Questi valori governano o dovrebbero governare la ns vita e offrono riferimenti che spesso non sono abituali alla vita quotidiana. Si presentano inoltre intrinsecamente contestativi della vita sociale stessa e delle sue dinamiche. L’aria che si respira nella comunità dovrebbe essere quella della fraternità, della solidarietà e della condivisione.
b – ad essa si ha piacere di dedicare una parte significativa di sé stessi, del proprio tempo, perché la si riconosce importante.
La comunità diventa l’oggetto di una scelta, perché importante di per se stessa, brillante di luce propria… I principi di vita che si condividono sono il fondamento stesso del ritrovarsi e si riscopre con stupore talvolta la bellezza del donare e del donarsi reciprocamente…Sempre rimanendo su questa lunghezza d’onda pensiamo che per sua conformazione e struttura la comunità possa essere di per se stessa “luogo che produce” cioè nel suo cammino possa dimostrarsi luogo “incredibile di produzione di frutti imprevedibili e imprevisti”….
c – pensiamo inoltre ad essa anche come a un luogo ricostitutivo, in cui interiormente ci si possa “ricostituire”. Un luogo in cui sia data la possibilità di fermarsi, in cui sia “concessa ” la sosta e la riflessione, in cui chi ha bisogno “possa dimorare “. È il luogo in cui si arriva e “ci si siede” (perché non si ha fretta e quindi ci si abbandona volentieri in una dimensione di ascolto e disponibilità).
d – un luogo in cui ciascuno conta per sé stesso, per uno, in cui tutti possono riconoscere di avere la medesima dignità e parimenti il medesimo diritto di prendere la parola e confrontarsi. Sullo stesso piano.
e – infine pensiamo a una comunità situata, cioè non “astratta”, collocata in un momento storico e geografico ben preciso, in un luogo ben definito del tempo e dello spazio, con una vocazione ben chiara all’interno di un determinato contesto locale, sociale, esistenziale. Invitati perciò a fare delle scelte che ci determino e che siano espressione di “un ciò in cui si crede”. Un luogo anche in cui se si fa una cosa non ne si può fare un’altra, se si fa una scelta non ne si può fare un’altra…Una comunità che anziché inseguire molti stimoli e sollecitazioni, con il rischio di disperdersi, invece sceglie di approfondire, e scava, scava, scava su quella che è la sua missione, su quel “progetto”, su quel punto su cui e per cui ha scelto di esistere. Se non si approfondisce infatti a ns parere il risultato è la condanna alla sterilità.
– Concludo con il pensiero di papa Francesco a cui ci sembra di essere vicini con quanto cercato di comunicare soprattutto in questo ultimo punto.
“Per papa Francesco il tempo è superiore allo spazio perché la via dell’autentico progresso umano è un “processo”, che è in sé una funzione temporale. Visto che il tempo è fluido e mobile, rappresenta la chiave per evitare di rimanere “incollati” allo spazio, per così dire. Se cerchiamo di riempire lo spazio con soluzioni a breve termine e risposte crude e statiche ai problemi senza pensare a come possiamo davvero andare avanti da quel punto in poi, cortocircuitiamo il tempo e ci priviamo di un futuro più speranzoso” (dal sito Aleteia)
“Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione … Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. II tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, fin che fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci” (Evangelii Gaudium , cfr.223)
Buon proseguimento e buona estate.
la Rete di Genova
per la lettura si segnalano i libri:
– Pandemia e fraternità, La forza dei legami umani – Vincenzo Paglia, Piemme, 2020
– II crollo del noi – Vincenzo Paglia, Laterza, 2017