Circolare nazionale Luglio-Agosto 2021
RIFLESSIONI PER L’ESTATE 2021.
Carissime e Carissimi,
alcune riflessioni in preparazione del nostro prossimo seminario/congresso del 13 e 14 novembre a Rimini.
Il tono è umile, immaginate visi sorridenti ed attenti all’ascolto e, soprattutto, persone che si stanno interrogando e chiedono di condividere il percorso.
E’ trascorso un anno da quando la Rete Radiè Resch si è ritrovata a non avere “una segreteria”.
Il “laboratorio”, composto da alcune persone, ha dato vita ad una fase sperimentale ed ha cercato di svolgere al meglio e nei limiti della contingenza i cosiddetti “compiti della segreteria”.
Dopo il difficile coordinamento in presenza di settembre 2020 la discussione sulle motivazioni di questa “sede vacante” non è più stata ripresa; la difficoltà del momento e nell’uso di internet ha molto limitato gli spazi dei coordinamenti in remoto, che sono stati forzatamente tecnici.
Oltre a quelle -terribili- legate alle malattie ed ai lutti, durante questo anno sono emerse molte
difficoltà all’interno della nostra associazione che, comprensibilmente, sono state condivise con telefonate private, scambi personali o tra pochi, non essendoci lo spazio fisico per farlo
diversamente.
Uno dei motivi dell’assenza di UNA tradizionale segreteria forse risiede nel fatto che la Rete non è più UNA, le organizzazioni interne, le esigenze, il modo di gestire i bilanci all’interno delle Reti si sono andati via via sempre più differenziando così come la visione delle operazioni e del modo di condurle.
Lo stesso vale per l’aspetto politico, sostanziale e fondamentale nel nostro agire e sul quale ci si sofferma sempre meno, stesso dicasi per i legami con i territori.
Tutto questo, rende difficile formulare un ordine del giorno per i coordinamenti
perché qualcuno rimane sempre scontento o frustrato.
Ci sono Reti che sentiamo nominare di cui difficilmente vediamo i volti anche se la possibilità di collegarsi in remoto paradossalmente in questo avrebbe potuto aiutare: si sentono “rete” o satelliti di altre reti? Ci sono ancora?
Da marzo 2020 a causa della pandemia contemporaneamente ci è stato tolto tempo e ci è stato dato tempo.
Tempo per fermarsi, valutare e sognare.
Nel nostro ultimo coordinamento a distanza abbiamo avuto occasione di cominciare a stimolare un po’ alcuni di questi temi ed è emerso che molti sentono il bisogno di una riflessione in tal senso e per questo abbiamo deciso di trasformare il coordinamento di novembre in un seminario/congresso.
Non abbiamo potuto realizzarlo a settembre per motivi logistici e di costi verificati con l’hotel di Rimini, dove avevamo preso impegno con una caparra per la realizzazione del convegno 2020.
Per il seminario/congresso ci sentiamo comunque di proporre ad ogni Rete un piccolo compito delle vacanze… e ci piacerebbe che fosse scritto così da essere messo in comune con le altre Reti.
La proposta audace ed inedita di scrivere e condividere le proprie riflessioni vorrebbe avere l’obiettivo di far sentire ogni voce, anche la più sommessa.
Le stesse intenzioni erano alla base del “viaggio tra le Reti e con le Reti”, più volte promosso sia in forma “fisica” che in forma “virtuale” e che, ad oggi, non pare essere parte delle priorità.
Seguono gli spunti di riflessione.
NUOVI SCENARI UMANI, POLITICI ED ECONOMICI DENTRO E FUORI LA RETE, COSA SAREBBE NECESSARIO CAMBIARE? COME RIATTIVARE L’IMPEGNO POLITICO DELLA RETE?
1. LA RELAZIONE
ALL’INTERNO DELLA RETE.
La pandemia ci sta tenendo lontani da un po’ e stiamo tutti realizzando che l’incontro fisico alimenta meglio la relazione ed il confronto. D’altra parte gli incontri a distanza permettono anche ad altri di partecipare ai coordinamenti.
Domanda: sarebbe opportuno attrezzarci per incontri in forma mista senza correre il rischio che la comodità ci impigrisca e ci faccia trascurare l’incontro fisico dove non ci sono altri impedimenti a praticarlo?
Prima della pandemia, però, già molti gruppi e/o persone frequentavano meno, alcuni dei più giovani partecipanti non li conoscono nemmeno.
Domande: Come ritessere questi rapporti? Come far sentire alle persone e ai gruppi in difficoltà la vicinanza e l’amicizia della Rete? Senza, naturalmente, nessuna pretesa di ripresa di impegno, ma gratuitamente?
Da tempo proponiamo un viaggio tra le Reti, questo stenta a decollare solo per la pandemia o ci sono delle perplessità? Ci piacerebbe conoscerle ed avere il modo di darvi una risposta.
CON L’ESTERNO: I PROGETTI
La pandemia ha aggravato alcune difficoltà di comunicazione con i referenti di alcuni progetti ed ha impedito a chi riusciva a farlo di raggiungere queste comunità con dei viaggi, inoltre non abbiamo potuto svolgere il nostro convegno al quale alcuni testimoni partecipavano e giravano un po’ l’Italia, dandoci la possibilità di un ascolto diretto e condiviso con altri.
Domanda: Negli ultimi coordinamenti abbiamo sperimentato collegamenti on line con alcuni referenti, che ne dite di passare dall’esperimento alla prassi?
CON L’ESTERNO: I NOSTRI TERRITORI
I nostri gruppi territoriali sono ormai formati da pochi membri ma condividiamo tutti il nostro percorso con altre realtà dei territori.
Domanda: In questa relazione che vi chiediamo di scriverci, ci raccontate le realtà con cui camminate e in che tipo di percorsi?
2. I PROGETTI.
Tra i criteri principali che la Rete aveva dato per la scelta dei progetti ci sono: la relazione, l’accompagnamento all’autonomia, la brevità e le piccole dimensioni. Alcuni di questi non riusciamo più a rispettarli perché purtroppo le situazioni e le scelte politiche stanno aggravando le situazioni di queste comunità.
Domande: anche alla luce della diminuzione delle nostre entrate economiche, come rivedere i progetti e il loro finanziamento? Diventano il nostro unico impegno per cui studiamo come reperire ulteriori fondi? O li riduciamo, attrezzandoci, invece, per rivitalizzare l’impegno politico e di informazione che la Rete si era assunta?
Altre riflessioni riguardo il finanziamento dei progetti. Come detto in premessa, queste non sono solo nostre riflessioni ma sono anche frutto di scambi telefonici o tra pochi.
Ci sono due sensazioni che emergono particolarmente: una è di essere diventati una sorta di bancomat, sia per alcune comunità, sia per altre realtà con le quali percorriamo insieme da un po’ il nostro percorso. La seconda è che al nostro interno si stiano verificando casi in cui si è molto concentrati sulla tenuta e finanziamento del proprio progetto proposto e seguito, senza condividere le difficoltà che tutta la Rete sta vivendo e senza tener conto che non tutte le Reti territoriali hanno le stesse possibilità sia economiche che di impegno.
Domanda: Che senso ha allora versare le nostre restituzioni in una cassa comune e discutere in un coordinamento nazionale l’opportunità del prosieguo o meno di un progetto?
3. LA POLITICA
Le riflessioni precedenti, un sistema economico finanziario che condiziona la politica ed aggrava la povertà esistente creandone anche altra: le migrazioni, i cambiamenti climatici… Dovremmo, forse, rammentare le parole del nostro ispiratore Poul Gautier: “Le vostre preghiere e le vostre donazioni non serviranno a nulla se non cercherete di incidere sulle scelte politiche dell’occidente”…scelte che ormai stanno ferendo profondamente anche l’occidente e da tempo ormai i sud non sono più geografici.
Domanda: come dicevamo all’inizio, come rivitalizzare l’impegno politico della Rete? A livello territoriale sicuramente ogni gruppo in rete con altre realtà lo fa, ma come impegnarci anche come Rete Nazionale? Un tempo c’erano le cartoline! Oggi sono state sostituite da strumenti tecnologici. Raccolta firme, mail bombing…li condividiamo? Crediamo siano utili?
Ci viene spesso chiesto di aderire a delle campagne, lo facciamo, ma molto frequentemente il nostro impegno si ferma proprio all’adesione. Se, invece, ne prendessimo in considerazione una per tutte e ci dedicassimo ad essa in modo organico e costante? Una campagna contro gli armamenti, ad esempio? Toccando così tanti problemi e tanti valori. Una campagna da sostenere sia mediante le azioni proposte dall’iniziativa nazionale ma anche nella formazione e nell’informazione?
4. L’eredità della Rete
L’età anagrafica ci affatica e ci rendiamo conto del tesoro che la Rete ha accumulato; un tesoro fatto di relazioni e amicizie, di valori ed esperienze, di militanza politica e cittadinanza attiva.
Domande: Quale ci immaginiamo possa essere la nostra eredità come Rete? Chi vorremmo che la accogliesse?
Durante gli scorsi coordinamenti è stato riaffrontato il discorso della creazione di un “Fondo giovani”. Ci siamo potuti rendere conto di come questo punto abbia creato un dibattito molto partecipato. La proposta di mettere da parte un gruzzoletto(?) per i ragazzi era già stata approvata ma ci sono state vivaci discussioni in merito, prendendo anche in considerazione la diminuzione dei fondi economici. Il progetto giovani è stato pensato per permettere alle nuove generazioni di conoscere e in qualche modo, ereditare la rete di amicizie che sono state strette negli anni. Con questo progetto volevamo esprimere la volontà di dare l’opportunità a giovani ragazzi di agire nel qui e nel la: di viaggiare per conoscere le realtà nelle quali abbiamo creato solidi legami affinché i ragazzi del la possano venire nel qui e viceversa. Abbiamo pensato a questo, non come ad una vacanza ma una possibilità arricchente che dia spazio a restituzioni e riflessioni gioiose; di agire localmente per alimentare la coscienza e conoscenza politica territoriale.
Domande: Pensiamo che questo sia importante per la Rete? Quali sono le perplessità? Ci sono altre proposte o alternative in merito?
I vostri scritti ci permetteranno un ampio ascolto e saranno la base della preparazione del seminario/congresso di novembre, pertanto vi esortiamo ad inviarceli entro la prima metà di settembre.
Sperando di non affaticarvi ma anzi di favorire incontri gioiosi, semmai da estendere anche alle realtà territoriali con cui siete in cammino, vi auguriamo una serena estate e ci auguriamo di abbracciarci tutti molto presto.
La segreteria laboratorio