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Circolare nazionale Maggio 2024

CIRCOLARE NAZIONALE MAGGIO 2024

Quest’anno ricorre il 60° della Rete Radié Resch. L’associazione è nata infatti nel 1964, per iniziativa di Ettore Masina, di sua moglie Clotilde Buraggi e di altri amici, su ispirazione del prete operaio francese Paul Gauthier.

Sessant’anni sono un’età di tutto rispetto. Non sono molte le associazioni che possono vantare una simile storia. Nell’ultimo Convegno nazionale della Rete ad Assisi (20-22 ottobre 2023), i 60 anni della Rete sono stati ricordati da Clotilde. La redazione della rivista In Dialogo, trimestrale che dal 1985 è registrato come “Notiziario della Rete Radié Resch”, ha pubblicato nel primo numero di quest’anno (marzo 2024) l’intervento integrale di Clotilde.

L’intenzione è di dedicare altri spazi al 60° della Rete anche sui prossimi numeri del 2024. E’ già stato chiesto ad alcuni personaggi “storici” di scrivere qualche riflessione, a cominciare da Carla Grandi, autrice della prima “storia” dell’associazione (Radié Resch, una storia di solidarietà, Borla, 1992, con prefazione di Ernesto Balducci). Carla ha scritto un pezzo per il prossimo numero di In Dialogo, che uscirà a fine giugno. Ma l’invito a scrivere sui 60 anni della Rete è rivolto a tutti coloro che hanno qualcosa da proporre, sia tra gli aderenti di più antica data, sia tra i più giovani.

Come ha scritto Ercole Ongaro nel suo libro sulla storia della Rete in occasione del 50°, “la Rete Radiè Resch è un’associazione che non ha strutture, che percorre i tornanti della storia a piedi con uno zaino leggero in spalla, lasciando a persone e gruppi la libertà di aggregarsi per un tratto di strada e poi di scegliere altri cammini. L’identità nella Rete si nutre attraverso una relazione viva fatta di ascolto reciproco, di attenzione a ciò che cambia intorno a noi, di rielaborazione dell’esperienza vissuta. Per la Rete questo processo identitario è stato alimentato sia attraverso i momenti di vita collettiva (Convegni, Seminari, Coordinamenti, incontri locali) e i propri strumenti di comunicazione (Circolare mensile e il Notiziario trimestrale In Dialogo), sia attraverso un’attenzione alla conservazione e trasmissione della propria storia: da un primo ciclostilato, ad uso interno, curato da Gian Paolo Da Prato nel 1976, ai testi di Carla Grandi (1992) e di Ercole Ongaro (1994, 2004 e 2014)”.

In questi sessant’anni la Rete ha cercato di restare fedele all’impostazione iniziale suggerita da Gauthier: non beneficenza ma impegno a cambiare le strutture di ingiustizia; non elemosina ma “restituzione” di quanto ingiustamente rubiamo ai Paesi sfruttati dal nostro modello economico.

Restituzione, secondo l’intenzione di Gauthier e Masina non ha, però, un’accezione solo economica. Significa anche operare concretamente per riconoscere e denunciare i meccanismi dello sfruttamento degli impoveriti, una volta solo nel sud del mondo e oggi, purtroppo, anche di fianco alle nostre case. Significa, quindi, attività politica (nel senso più nobile, non quello confinato all’interno di un partito); significa anche controinformazione, ossia impegno per far circolare notizie ed analisi alternative alla narrazione dominante dei nostri media.

Di qui il senso di una Rivista, certamente artigianale, ma indipendente ed attenta alle istanze che provengono da luoghi e persone usualmente trascurati.

La nuova redazione di In Dialogo, che si è formata spontaneamente per raccogliere l’eredità di Antonio Vermigli, ideatore e per decenni direttore della Rivista, e dare continuità al suo impegno, sta per mandare in stampa il secondo numero del 2024, dopo il numero speciale interamente dedicato al ricordo di Antonio, che ha completato le pubblicazioni del 2023.

L’idea di fare qualcosa per dare continuità al lavoro di Antonio e per garantire alla Rete uno strumento di informazione è nata poco dopo la morte di Antonio, nel luglio scorso. E’ passato meno di un anno, ed è proprio a partire da questi primi mesi di esperienza che la redazione vorrebbe tentare un primo bilancio e qualche riflessione da sottoporre a tutte le amiche e gli amici della Rete.

I primi mesi sono stati dedicati ad una discussione approfondita sulle modalità migliori per proseguire le pubblicazioni, a cominciare dall’idea dei figli di Antonio, Tommaso e Adele, raccolta da numerosi amici, dalla Rete e dalla Casa della Solidarietà di Quarrata, che ha accettato generosamente di assumersi la “proprietà” della rivista. I problemi burocratici da affrontare sono stati numerosi, dall’assetto giuridico, economico e fiscale alla registrazione in tribunale della nuova rivista, dalla creazione di un nuovo conto corrente postale alla gestione degli indirizzi degli abbonati vecchi e nuovi, dalle modalità di spedizione postale alla tenuta della contabilità (fino alla iscrizione in un registro nazionale che consente agevolazioni sull’Iva). Non tutti i problemi sono stati risolti, ma c’è l’impegno a risolverli.

L’aspetto più interessante di questi primi mesi di avventura è stata la creazione della nuova redazione, alla quale hanno partecipato numerosi amici di Antonio, che, dopo un primo incontro in presenza alla Casa della Solidarietà, si sono tenuti in contatto attraverso video-riunioni, mail e messaggi. Questa modalità è ovviamente più difficile rispetto agli incontri di persona, ma è l’unica possibile dal momento che ognuno di noi vive in città diverse.

Del gruppo redazionale fanno parte una ventina di persone, alcune più operative, altre disponibili a svolgere compiti più specifici. Ma la cosa per certi versi più entusiasmante è che del gruppo redazionale fanno parte alcuni giovani, fortemente motivati, che danno un’ulteriore speranza di continuità dell’impresa. Il gruppo si è dato una struttura agile, con una suddivisione di compiti che non è ancora perfetta, anzi. Ma si cercherà di organizzarsi meglio strada facendo.

Una possibilità per migliorare la partecipazione di tutta la Rete in futuro, potrebbe essere quella di fissare una data mensile in cui la redazione si riunisce online, in modo da consentire a tutte le persone e le Reti che lo desiderano di partecipare almeno alla prima ideazione dei vari numeri della rivista.

La redazione avrebbe molte altre cose da dire sull’esperienza di questi primi mesi, ma per il momento si limita ad esprimere un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno dimostrato di credere in questa avventura, garantendo il sostegno economico, e non solo, alla rivista. Abbiamo già superato i 400 abbonamenti nuovi e la speranza è di arrivare al più presto ai 500, che potrebbe essere la soglia per assicurare un futuro sostenibile a In Dialogo.

La redazione di In Dialogo

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