Circolare nazionale Ottobre 2021
Circolare di Ottobre
Care e cari,
La nostra è la circolare dell’ascolto. Tante domande e poche risposte, tutte da costruire insieme.
Ascoltiamo voci di donne, di braccianti, di giovani. Siamo immersi nei movimenti, desiderose di esserci.
Ombre nere avanzano, oggi come allora, a Genova. La democrazia è fragile.
È il caso dei vaccini, l’antidoto è nella politica e nel conflitto sociale. Senza la garanzia dell’estensione globale della tutela della salute (quanti vaccini in Africa?) e della sicurezza collettiva, emergono forme di autoorganizzazione aristocratica dei sovranismi.
Che fare?
Ci sono domande epocali a cui non so rispondere. Ma a che punto è il conflitto sociale?
Sento dei rumori in lontananza, come mareggiate che si avvicinano.
Certo non è il 68, sogni di rivoluzione e di cambiamenti che hanno segnato la nostra generazione.
Le giovani della Casa delle donne sono attiviste senza paura, si contrappongono al potere locale (certo molto reazionario!) sfidando la legge.
Sono qui in cerchio ad ascoltare le loro voci. Tante denunciate, in attesa di processo. Ci abbracciamo, generazioni a confronto: un filo rosso ci lega. È il desiderio di non arrendersi.
Questo è il loro programma: “Nella realtà politica e sociale in cui ci troviamo a vivere, dove il genere e i corpi sono utilizzati per perpetuare l’assetto patriarcale, la difesa dello status quo misogino, colonialista, maschiocentrico, borghese, fondare uno spazio transfemminista è, forse prima ancora che lotta, necessità. Così è successo nella nostra città, dove il collettivo di Non una di meno Alessandria porta all’attenzione della città tematiche diversamente taciute. In un sistema in cui l’attività politica è stigmatizzata con la “scesa in campo” sorretti da una sigla politica, il nostro collettivo fa politica uscendo da tale binario, che garantisce esclusivamente l’adesione al sistema vigente. La nostra è la politica della discussione che parte dai nostri desideri, dalle nostre identità, dall’esigenza collettiva di riappropriarsi delle nostre vite, dei diritti e degli spazi
Viviamo e agiamo nel nostro territorio, portando alla luce le ferite gravi che infligge alle donne e alle libere soggettività, come la scarsa presenza di medici non obiettori e i sostegni alle realtà antiabortiste presso i consultori, la mancanza di una educazione affettiva non binaria nelle scuole ecc. Nello stesso momento, portiamo avanti la nostra lotta accanto alle sorelle di tutto il mondo, dando eco e sostegno alle battaglie transfemmiste globali”.
Quale legame con la Rete radié resch?
Non lo so, lo cerco nella sorellanza, negli affetti che ci siamo tramandate. Tante domande, poche risposte.
Agire e lottare. Dove?
Ho ascoltato i braccianti, i COBAS in lotta. Non si arrendono, sono aggrediti nei picchetti come alla Fiat negli anni 60. Molti gli stranieri solidali, presidiano i tribunali, non temono denunce e licenziamenti.
Ad Alessandria inizia una sorta di maxi processo, gli imputati sono 54, è un’azione per colpire lavoratori e avanguardie in lotta, esempio di repressione per un proletariato, o per ciò che è rimasto, nonostante un liberismo spietato. Le accuse sono ridicole in confronto ai furti in busta paga e ai licenziamenti operati dalle aziende. Si respira l’aria di Torino alla Fiat nel corso di lotte epocali, spesso vittoriose.
Ma ora il silenzio è tombale, di fronte a teoremi giudiziari e a processi farsa. Noi ci saremo per denunciare la giustizia borghese. È il filo rosso dei movimenti. Cosa dicono alla rete? Non lo so. Lo chiedo a voi. Noi ci siamo qui con loro. Forse si può riprendere la battaglia contro il decreto sicurezza proposto all’ultimo convegno.
Ascolto la voce di coloro che lavorano la terra: la salvano dal degrado, se ne occupano con amore.
Vengono da ogni parte, sono ragazzi e ragazze che toccano le zolle, piantano semi, vivono in comunione.
Sognano resistenze, un mondo nuovo. Genova non li ha schiacciati. Ogni piccolo germoglio è una speranza per noi tutti.
La rete ha un senso in questo progetto. Quale?
Rete di Alessandria