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Nel gruppo di Torino della Rete Radiè Resh da tempo l’interesse ruota intorno al disagio che sentiamo di fronte ai pregiudizi che riguardano il mondo dei migranti. Sul bus, nella sala d’attesa del medico, al mercato, al lavoro, spesso anche tra parenti e amici ci è capitato di frequente di sentire un grande risentimento nei confronti dei migranti, vissuti come persone che vengono a toglierci qualcosa: il lavoro, le case, i soldi che altrimenti dovrebbero andare ai poveri italiani che faticano a sbarcare il lunario, la sicurezza in strada, il nostro modo di concepire e di organizzare la vita dal punto di vista sociale e religioso. Ancora più forte percepiamo la nostra difficoltà e impreparazione a rispondere a tali affermazioni con argomenti esposti con sicurezza e determinazione. Pensando a un modo per ribattere a difesa di queste persone che arrivano con un bagaglio di sofferenza incredibile, con vissuti di esistenze in pericolo e che certo faticano a sentirsi un pericolo per gli altri, siamo approdati alla mostra dei Saveriani, ( missionari laici che si ispirano alla spiritualità di San Guido Conforti), “Le mille e una rotta, popoli in movimento” che è stata esposta anche nell’ultimo convegno nazionale. Questa ha una parte iniziale nella quale si parla delle “male lingue” e cioè dei diversi pregiudizi rispetto ai migranti (es. ci rubano il lavoro, portano malattie…) che agiscono come delle spade che feriscono e allontanano. Contemporaneamente questi pregiudizi vengono smontati con dei dati oggettivi e così, avendo la mente più libera da pensieri ostili, si può passare alla parte delle storie personali. Qui avviene l’incontro con la narrazione di storie di singole persone che riportano la loro esperienza. E qui che i migranti diventano ”umani”, con un nome, una vita, dei sentimenti con i quali ci si può anche immedesimare empaticamente. La mostra prevede anche uno spazio dove vengono presentati dati sulla presenza dei migranti nei vari paesi del mondo ed in particolare in Europa, una puntualizzazione sulle varie parole che vengono usate per definirli e una riflessione sui motivi che spingono a intraprendere il viaggio (si parte per sogno o per bisogno?). Un altro spazio prevede l’esposizione di una barca (come simbolo della traversata del Mediterraneo) dove sono esposti gli oggetti personali ritrovati dalla Questura di Salerno proprio sui barconi. Si tratta, insieme alla narrazione delle storie, della parte più emotiva e forte della mostra. Abbiamo scelto di coinvolgere in questo lavoro la scuola (la Rete di scuole del Canavese) formando dei ragazzi delle superiori e di terza media che faranno da guide presentando la mostra. Essa sarà aperta sia alle scolaresche, a partire dalla quarta elementare, che alla cittadinanza. Nell’organizzazione abbiamo coinvolto tutta una serie di associazioni ed enti del territorio (alcune fondate e gestite da migranti e dai loro figli) creando il Tavolo MigrAzione. Questo ha permesso di conoscere e mettere in contatto le varie realtà del territorio del Canavese (una zona in provincia di Torino che si estende fino a Ivrea, ai confini con la Valle D’Aosta) che con progetti diversi già si stavano occupando si questo tema. Ora queste diverse realtà collaboreranno per questa mostra mettendo ciascuna del tempo, delle persone che si occuperanno di fare le guide (oltre agli studenti o affiancandoli) e di sorvegliare la struttura, dei soldi per finanziare tre eventi collaterali (due spettacoli serali più un intervento del senegalese Mohamed Ba nelle scuole). A questo si aggiunge la collaborazione del Comune di Rivarolo Canavese che ha messo a disposizione Villa Vallero, un ampio spazio dove collocare la mostra e l’oratorio di San Michele che offre gratuitamente il teatro parrocchiale per gli spettacoli. Questo naturalmente potrebbe essere l’inizio di una collaborazione costante nel tempo e ci impegneremo affinchè le conoscenze avviate vengano mantenute per l’avvio di altri progetti in comune. L’obiettivo che ci poniamo con la realizzazione di questa mostra, oltrechè una autoformazione del nostro gruppo, è di provare a smontare i pregiudizi e avvicinare le persone all’ascolto dell’altro. Questo ci sembra importante per “avvicinare” le persone alla tematica dell’immigrazione creando possibilmente un clima più accogliente e meno giudicante. La mostra si terrà a Rivarolo Canavese presso Villa Vallero, dal 21 al 29 ottobre 2017. Se qualcuno di voi volesse visitare la mostra, non esitate a contattarci!

Prima di concludere vogliamo ricordare con affetto e gratitudine Agnese Anissa Manca. Docente di lingua araba ha insegnato e vissuto in diverse parti del mondo attuando diversi progetti di solidarietà. Negli ultimi anni ha svolto un lavoro di volontariato nei campi profughi palestinesi in favore dei bambini feriti di Gaza e della popolazione carceraria. Il suo impegno lavorativo e di volontariato ha sempre mirato alla condivisione di ideali e culture a favore di un mondo amico e solidale. Per tutti è stata un esempio di praticità: ha vissuto cercando di realizzare i suoi ideali in modo concreto, nella vita di tutti i giorni. Grazie Anissa per il tuo impegno e per il tuo amore per la vita.
Il gruppo Rete Radiè Resh di Torino

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