Home2021Maggio

Lettera Maggio 2021

Carissima, carissimo
ciò che il Covid-19 ci ha mostrato in modo brutale, è che l’equilibrio tra Terra e Umanità si è rotto. Diventiamo troppo voraci, strappando alla terra ciò che non può darci. Non rispettiamo i limiti di un piccolo pianeta con beni e risorse limitate, comportandoci come se fossero inesauribili. Questa è l’illusione che ancora persiste in quasi tutti gli uomini d’affari e i capi di Stato. Aumentare i guadagni per gli uni e il PIL per gli altri.
Il virus ci dovrebbe far recuperare la nostra vera umanità, poichè l’amore, la solidarietà, l’empatia, la collaborazione e la dimensione umano-spirituale forniscono il giusto valore agli elementi materiali senza assolutizzarli e il virus riconosce molto più valore ai beni immateriali come quelli sopra menzionati, perché la Terra e l’umanità hanno un destino comune. Se la Terra si ammala, ci ammaliamo anche noi, siamo uniti nel bene e nel male.
Perché siamo arrivati a tutto questo? La ragione non sta solo nel virus, è sbagliato vederlo come un fatto isolato senza il suo contesto. Il contesto è come abbiamo organizzato la società negli ultimi centocinquanta anni: saccheggio illimitato e sistematico delle sue risorse a nostro unico beneficio e arricchimento. Ciò ha portato alla deforestazione dell’80% del pianeta, all’aria inquinata, all’acqua e al suolo. La Terra l’abbiamo ammalata e ci ha trasmesso la sua malattia attraverso una serie di virus. La reazione della Terra alla nostra violenza è dimostrata dal riscaldamento globale, che non è una malattia, ma la indica, come l’alto livello di contaminazione dei gas serra. Dal 19 luglio del 2020 si è verificato il sovraccarico, abbiamo consumato tutto quanto la Terra può darci in un anno. Di fronte a questa nostra continua rapina la Terra quanto resisterà?
Tutti noi a causa dell’isolamento sociale ci sentiamo prostrati, devitalizzati, irritabili, in una parola, presi da un incubo che non sappiamo quando finirà. D’altro canto, stiamo imparando a costi elevati che, ciò che ci può salvare non sono il mantra del capitalismo e del neoliberismo: profitto, concorrenza, individualismo, sfruttamento illimitato della natura e centralità del mercato. Ciò che ci salva è il valore centrale della vita, la solidarietà, l’interdipendenza di tutti con tutti, la cura della natura, uno Stato ben attrezzato per soddisfare le esigenze sociali, soprattutto i più bisognosi, la coesione della comunità al di sopra del mercato. Solo così ci renderemo conto che prendersi cura, recuperare la vitalità degli ecosistemi, migliorare il cibo, la pulizia dell’aria, il biologico, preservare le acque e le foreste, ci farà sentire più sani e così facendo, renderemo anche la Madre Terra più sana e rivitalizzata.
La ricerca dell’essere di più non può realizzarsi nell’isolamento, nell’individualismo, ma nella comunione, nella solidarietà delle esistenze concrete; non può verificarsi nei rapporti antagonistici tra oppressori e oppressi. Nessuno può essere con autenticità, mentre impedisce che gli altri siano. Per questo, urge agire, nella pratica dell’empatia, nell’amare in perdita, perchè se non c’è un prezzo da pagare, non c’é neppure nessun valore, per questo dobbiamo essere solidali con gli sfruttati, perchè amare il prossimo, significa amare lo sconosciuto e il discriminato; implica amare gli invisibili, gli zero sociali, quelli che nessuno guarda e accoglie. Urge amare coloro che sono nel bisogno.
Non facciamoci illusioni; la pace non è un regalo, ma una conquista. Questo è vero anche per le religioni. Esse infatti rappresentano le maggiori forze di intolleranza che dividono gli uomini. La prima tentazione che ovunque nel mondo insidia la religione è il suo travaso nell’ideologia politica, per assorbimento o soffocamento. Tutte le ere, tutti i paesi hanno conosciuto l’asservimento della religione all’ideologia. La storia del cristianesimo, dalle crociate fino alle guerre di religione, la storia dell’Islam in Africa, ancora ai nostri giorni, con i suoi movimenti fanatici e i disordini sanguinosi in Nigeria, in Egitto, nel Sudan e altrove… sono per noi un monito. In questo mondo di guerre ideologiche, nel quale l’umanità ferita si sente minacciata nel suo essere e nel suo divenire, possano le religioni liberarsi dalle ideologie ed essere solo forze spirituali per la salvezza dell’uomo e per la salvezza del mondo. Salvino la vita là dove le ideologie propagano l’odio. Portino la pace nei campi della desolazione delle guerre ideologiche.
10 anni fa, il 12 e 13 giugno 2011, una coalizione ampia e determinata ha sancito una vittoria storica nel nostro Paese con 27 milioni di sì ai Referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare. 10 anni dopo, in piena pandemia, quella vittoria basata sulla difesa dei beni comuni e sull’affermazione dei diritti di tutti sui profitti di pochi, ha un significato ancora più attuale. Infatti la cosiddetta riforma del settore idrico contenuta nel Recovery Plan così come aggiornato dal governo Draghi punta ad un sostanziale obbligo alla privatizzazione, in particolare nel Mezzogiorno. D’altronde Draghi non ha mai dissimulato la volontà di calpestare l’esito referendario visto che solo un mese e mezzo dopo firmò insieme al Presidente della Banca Centrale Europea Trichet, la lettera all’allora Presidente del Consiglio Berlusconi in cui indicava come necessarie privatizzazioni su larga scala. L’attuale versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza risulta in “perfetta” continuità con queste indicazioni e rimane, dunque, una risposta del tutto errata alla crisi che ha causato il cambiamento, riproponendo le stesse ricette che hanno contribuito a crearla.
Il 26 aprile 1998 veniva assassinato in Guatemala Juan Gerardi, vescovo, difensore dei diritti umani, promotore del recupero della memoria storica del genocidio degli indios commesso dalla dittatura militare. Con lui come Rete Radiè Resch abbiamo avuto un intenso rapporto anche attraverso un progetto. Tutti gli anni in questa data lo ricordiamo come un maestro di nonviolenza e un compagno di lotta per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Il 20 aprile 1993 don Tonino Bello vescovo di Barletta, ci lasciava, il suo messaggio era stato chiaro e forte. Dinanzi a noi non la fine del mondo, ma la fine di un mondo. Quello vecchio. Muoiano i falsi miti: confine, patria, guerra, razze.
Antonio

MediciControlaTortura:

La Rete di Roma, a nome di tutti noi, da sempre mantiene contatti con l’associazione MediciControlaTortura, che aveva nello psichiatra Ettore Zerbino un amico-referente importante.
Angelo Ciprari ci dà, in allegato, un resoconto sull’operazione.
Da parte mia (Gianni P), ho avuto una lunga telefonata col dr Taviani, nostro ospite al convegno di Trevi 2016 e attuale responsabile del servizio. Mi diceva che volentieri mettono a disposizione la loro esperienza specifica, compresi gli aspetti legali e di assistenza sociale. In questo senso, già da tempo collaborano col NAGA di Milano e il CIAC di Parma. Concordavamo che l’ideale sarebbe avere scambi interpersonali con incontri diretti, e speriamo che ciò sia possibile in futuro. Per quanto riguarda l’impegno economico, gli ho anticipato le nostre crescenti difficoltà, di cui lui si rende perfettamente conto. Specificava che la richiesta per un maggiore contributo era motivata anche dal fatto che la loro esperienza resta quella di un’accoglienza allargata alle necessità delle singole persone e che queste necessità, nei mesi di pandemia, sono diventate più numerose e più drammatiche.

Al Sisi: usato a Km 0

Dino propone di estendere a tutta la rete alcune considerazioni fatte per la rete di Verona
Nel 1990 l’Italia si dotava di una legge (la 185) per il controllo sulla vendita di sistemi d’arma. Non era per la forza dei movimenti pacifisti, ma era la conseguenza di alcuni scandali bancari sul commercio di armi. Il più eclatante riguardava una filiale dell’allora BNL negli Usa, ad Atlanta, che era stata tramite di vendita illegale di armi all’Iraq di Saddam Hussein, durante la prima guerra del Golfo. La legge tra le altre cose, impedisce che armi italiane vengano vendute a Paesi in guerra o che violano i diritti umani.
Ma, come scriveva Marta Rizzo su Repubblica, lo scorso luglio, nel trentennale della legge, dopo un paio di decenni di applicazione abbastanza rigorosa, i Governi italiani hanno iniziato ad avere come obiettivo il sostegno all’export militare e non il suo controllo. Nel 2015 (governo Renzi) c’è stato un boom dell’export di armi e il trend si è mantenuto al punto che in 4 anni (fino al 2019), le autorizzazioni sono state superiori a quelle totali dei quindici anni precedenti.
Adesso emergono chiaramente anche gli affari che intrecciamo con l’Egitto del dittatore-torturatore Al Sisi.
In particolare, ad Al-Sisi sono state vendute da Fincantieri due fregate di ultima generazione, destinate, in teoria, alla Marina italiana ( vedi Chiara Rossi https://www.startmag.it/smartcity/fincantieri-non-tace-piu-sulle-due-fremm-egitto/ ). L’inghippo è abbastanza semplice: le fregate sono state costruite e sono entrate in bilancio per la Marina Italiana, ma, prima del varo, la Marina le ha cedute all’Egitto. Formalmente, quindi, non è una vendita diretta di Fincantieri. Come viene spiegato nell’articolo di Chiara Rossi, non è nemmeno un ottimo affare. Le fregate erano attrezzate con tutta la nanotecnologia e l’ingegneria informatica, che le rendeva operative all’interno della NATO. Tutte queste apparecchiature sono state smontate prima della consegna all’Egitto, buttando via milioni di euro.

Solidarity Watch

Cinque anni fa abbiamo contribuito a finanziare la nascita di Solidarity Watch, un gruppo di ricercatrici italo francesi che si interessano di immigrazione in Europa e, in particolare, di come la giurisprudenza possa usare le leggi per criminalizzare i migranti e chi pratica la solidarietà. Su scala europea, è un tema vastissimo e, per prima cosa, le ricercatrici di S. W. hanno creato un questionario per permettere che i dati raccolti fossero confrontabili, consultabili e utilizzabili. Questo le ha portate ad una sinergia sempre più stretta con l’ Osservatorio delle Frontiere MIGREUROP (vedi il loro sito, con parecchi articoli tradotti anche in italiano). E’ un importante centro studi francese, che lavora a livello europeo. S.W., inoltre, ha partecipato a una conferenza internazionale tenutasi a Firenze nel 2019, sulla criminalizzazione della solidarietà. A partire dalla relazione che S.W. ha presentato in quella sede, è nata una stretta collaborazione con la ricercatrice Annalisa Lendaro, del Centre National de la Recherche Scientifique di Tolosa. Insieme hanno scritto una pubblicazione che uscirà prossimamente. Si tratta di uno studio riguardante i procedimenti penali aperti contro i migranti, e contro chi li aiuta, alla frontiera franco-italiana (in sintesi, è il “reato di solidarietà”). Di queste vicende processuali e della difesa degli imputati si stanno valutando anche le valenze politiche (da chi dice “è lo stato che deve assumersi le sue responsabilità” a chi dice “ lo stato non fa nulIa e, quindi, dobbiamo agire noi”).
Nostra figlia Chiara, che fa parte di S.W., resta volentieri a disposizione per ogni chiarimento e ogni contatto. Potete scriverle a chiara.pettenella@gmail.com

Guatemala

Dino e Silvana vi hanno già scritto dei dieci martiri guatemaltechi proclamati beati il 23 aprile.
Aggiungiamo qualche breve notizia data da Aldo Corradi, che partecipa alla vita della Rete RR di Verona ed è sempre strettamente in contatto con padre Peneleu, nostro referente in Guatemala.
Care amiche e amici,
– Maria, sorella di Nicolasa (una delle referenti dei nostri progetti in Guatemala) si è laureata in scienze giuridiche e sociali presso l’università Mariano Galvez di Città del Guatemala. Ora collabora molto con p. Clemente e con p. Santos, un altro prete, sempre nella diocesi del Quiché. Sono molto contenti perché è un servizio molto utile nel contesto in cui operano i nostri amici. Nicolasa invierà presto una relazione sui progetti in corso.
– Segnalo un articolo molto interessante sulla grande influenza (negativa) delle potenti famiglie che hanno condizionato e tuttora condizionano l’economia e la politica del Centroamerica e del Guatemala in modo particolare. https://www.internazionale.it/notizie/2021/04/09/america-centrale-famiglie-potere
Tutto questo a conferma delle difficoltà che devono affrontare i promotori dei diritti umani e dell’autentico progresso sociale e civile.
Buona primavera, stagione del risveglio e della speranza. Ciao. Aldo Corradi

Apartheid in Israele

Anche secondo l’importante ong statunitense Human Rights Watch, l’attuale governo di Israele è responsabile di crimini contro l’umanità per apartheid e persecuzione verso i palestinesi. E’ la seconda grave denuncia internazionale, dopo il rapporto, di qualche mese fa, diffuso da B’Tselem, ong israeliana che aveva fatto la stessa accusa.
(vedi Michele Giorgio https://ilmanifesto.it/hrw-israele-va-perseguito-per-apartheid/)

Sem Terra

Nel secondo allegato, trovate quanto ha scritto Angelo Ciprari sui nostri attuali contatti col movimento SemTerra. Chiede che il coordinamento decida anche sul futuro di questa operazione.
Un saluto e un abbraccio. Buon primo maggio. (intendevate una cosa di questo tipo per circolare aperta?)

Gianni e Maria P

ALLEGATI:

ll progetto Medici contro la tortura è nato con l’amico della RRR di Roma, Ettore Zerbino, Andrea Taviani e Carlo Bracci nel 1997, ancor prima della fondazione della Associazione umanitaria M.C.T.(Medicicontrolatortura) nel 1999 con l’incoraggiamento della Rete Radiè Resch.
E’ intitolato al rifugiato Dario Canale, italo-brasiliano, che si trasferì a Berlino Est dove, per il peggiorare delle sue condizioni psicologiche, si suicidò in quanto «non riuscì mai ad uscire dalla violenza subita».
Un’altra amica cilena, Gina Gatti, è stata seguita all’epoca da Ettore Zerbino ed aiutata da Lucia Coppola Cerulli e dal marito Emidio Cerulli: inviata a casa loro come domestica, la famiglia Cerulli la incaricò di un lavoro intellettualmente adeguato alla grande cultura di Gina, bi- laureata, aiutandola a recuperare una vita normale.
La famiglia di Gina Gatti abitava a Cinecittà e la figlia frequentava la scuola elementare di Luca e Lorenza Ciprari. Gina si trasferì poi a Modena, seguendo il marito medico, che andò là a lavorare.
Questi sono piccoli grandi esempi dell’impegno svolto da M.C.T. con persone a noi vicine, ma centinaia e centinaia di persone, direi migliaia in questi duri anni, sono stati assistiti dai medici perché, se da un lato finivano le torture di massa in America Latina, in tanti altri paesi esplodevano le violenze, che non sono più finite, e purtroppo dispero che ci sia un miglioramento nei comportamenti dei violenti.
Attualmente, la RRR interviene con un aiuto di euro 13.000,00.
Nel 2020 M.C.T. ha ottenuto un buon contratto di affitto dalla società che gestisce il patrimonio della Banca d’Italia e questo consente, non dovendo più dividere gli ambienti con altre associazioni, un maggiore servizio riservato ai richiedenti aiuto.
Per la situazione di generale peggioramento legata al Covid e per le aumentate richieste di sostegno economico, M.C.T. chiede alla RRR se sia possibile aumentare il nostro contributo fino ad euro 30 000,00 annuali.

Il progetto Movimento Sem Terra-Scuola Nazionale Florestan Fernadez è nato nel 2006 e venne seguito, fino alla sua tragica morte, da Serena Romagnoli. Era lei che intratteneva profondi rapporti con il Movimento in Brasile, traducendo tutte le informazioni che arrivavano: si è trattato di una fonte veramente importante per chi voleva conoscere e scrivere sul Brasile ed i problemi dell’agricoltura, della politica brasiliana, dei movimenti sociali e del mantenimento della Madre terra.
Con la morte di Serena sono venuti a mancare tutti i rapporti. Noi inviamo il bonifico alla Associazione Amigos MST- ITALIA e nulla più.
La RRR. di Roma non reputa più gestibile questa operazione e invita il Coordinamento a decidere nel merito sulla prosecuzione o meno del progetto.
Aprile 2021
Angelo Ciprari rete RR di Roma

Questo sito web utilizza cookie tecnici e di terze parti. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai facoltà di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore. Cliccando sul pulsante di seguito, acconsenti all’utilizzo dei cookie di terze parti utilizzo in conformità alla nostra informativa sulla privacy e cookie policy. Il consenso può essere revocato in qualsiasi momento. Informazioni