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Lettera di Padova

Lettera circolare della Rete di solidarietà internazionale
Radiè Resch di Padova Giugno 2023
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“Chiudere la porta non garantisce la sicurezza, e la storia l’ha dimostrato.
L’unico modo per accrescere la sicurezza non è costruire altri muri,
ma creare spazi aperti nei quali tutti possano dialogare e sentirsi partecipi dello stesso mondo”.
Zygmunt Bauman

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Carissimi/e della Rete tutta. Abbiamo titolato questa lettera dei nostri amici con “ … brutte notizie da Haiti”. L’allarmante racconto che segue, aggiunge, alle preoccupazioni che già conoscevamo , l’incertezza per il futuro del Paese. Non aggiungiamo nulla al pensiero di Jean e della Fddpa, purtroppo, della situazione di Haiti non ne parla nessuno. Un’indifferenza politica-economica che fa pensare. Alla fine trovate anche una “Nota” di AlterPresse.

… brutte notizie da Haiti

Buongiorno a tutta la famiglia della Rete, specialmente a quella di Padova. È una grande gioia e piacere scrivervi oggi questa lettera per condividere con voi qualche informazione del nostro Paese. Cominciamo con dirvi che stiamo bene, in salute, ma la situazione diventa ogni giorno di più difficile a causa dei problemi di insicurezza ormai da tre anni a questa parte che si sono aggravati. Le bande armate continuano a dettare legge nel Paese, restano impunite sia dal governo che dalla comunità internazionale che non fa nulla contro questa situazione: sono loro infatti che hanno creato questa situazione di insicurezza che permette loro di mantenersi al potere con facilità. La popolazione non è più in grado di manifestare pubblicamente perché le bande reprimono. È una situazione che provoca molta angoscia e paura a chi vuole cambiare la condizione di vita del Paese. Le bande sembrano più forti e occupano più territori ogni giorno di più.
Molte volte gli abitanti di alcuni quartieri devono lasciare le loro case per vivere altrove. Per esempio, io stesso e tutta la mia famiglia, con tutte le persone che vivono nella casa di Dadoue a Doubisson, saremo obbligati a lasciare la casa per andare altrove perché le bande sono arrivate a Sous-Matla [vedi nota] una comunità a meno di 1 km dal centro della città di Cabaret. Molta gente se ne sta andando.
In questo momento siamo ancora in casa ma non sappiamo per quanto ancora. Siamo quindi isolati dalla capitale e non ci sono strade per arrivarci, solamente con barche poco sicure che non sono attrezzate per portare persone e che a prenderle costituisce un rischio, ma la necessità è tanta che molti le utilizzano.
Nonostante tutto le attività di Fddpa continuano a funzionare, in particolare le scuole. Il problema adesso è che per noi è difficile e pericoloso muoverci da un posto all’altro, anche per la gente di Dofinè è lo stesso se vogliono raggiungerci a Doubisson. Diesseul (responsabile per la comunità di Dofinè) ha dovuto attraversare la montagna da Dofinè a Fondol per poterci incontrare [la via per Verrette è sotto controllo delle bande]. Fabio, credo che tu capisca bene quello che cerco di spiegare e contiamo che troverai parole adatte per far capire ai nostri fratelli e sorelle della Rete la gravità della situazione.
A Cabaret le scuole sono paralizzate e evidentemente i bambini e giovani della casa non possono frequentare.
La banca concede solamente prelievi per 100 o 200 dollari a persona al giorno e siamo obbligati a pagare le spese con assegni; andiamo in banca in due o tre di noi varie volte, soprattutto quando dobbiamo pagare i professori e per urgenze di Fddpa. Il centro di salute [Fondol] non riesce a comprare le medicine, così come accade ad altri centri di salute della nostra zona che ormai hanno le porte chiuse alle necessità della popolazione.
Nessuno circola per le strade in tutta Haiti, gli autobus non viaggiano più e ci si deve arrangiare con altri mezzi per spostarsi. Le bande fanno in modo che il carburante non possa essere distribuito, ciò causa che il costo della vita sia cresciuto enormemente, il prezzo dei beni di prima necessità è 3 volte più caro di prima.
Per non parlare dei problemi politici, della corruzione dilagante nelle amministrazioni pubbliche, del primo ministro che governa con tutto il potere senza legittimazione, senza un parlamento che possa controllare le spese e gli sprechi di questo governo. Non abbiamo nemmeno delle date per le elezioni future e nemmeno aspettative che il primo ministro Ariel Henry lasci il potere.
Così è, ecco quanto vi informiamo da questo Paese e che vi condividiamo.
Ciao e grazie. Jean e Fddpa
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Nota

P-au-P., 18 maggio 2023 [AlterPresse] — Il poliziotto nazionale Roberto Charleston è stato assassinato e due mezzi blindati sono stati dati alle fiamme con molotov, in un attacco di banditi armati a Source Matelas (circa 37 km a nord della capitale, Port-au-Prince), nella notte tra mercoledì 17 maggio e giovedì 18 maggio 2023.
L’istituzione di polizia esorta ancora una volta gli agenti di polizia nazionale a serrare i ranghi nella lotta contro le bande armate ea non farsi intimidire. Dichiara di ribadire il suo appello alla franca collaborazione della popolazione, pur riaffermando la sua determinazione nel quadro delle sue operazioni volte allo smantellamento delle bande armate in tutta Haiti.
Titanyen, l’area della Minoterie, Source Matelas (Cabaret), il maggiore agglomerato di Canaan, gran parte del comune di Croix-des-Bouquets e altre aree sono tutte assediate da banditi armati, che uccidono e stuprano molte persone.
A Source Matelas, terza sezione comunale di Cabaret (nord), almeno un centinaio di persone sono state assassinate in attacchi, perpetrati dal 19 aprile 2023, da banditi armati operanti a Canaan e Titanyen, guidati rispettivamente dai capi delle bande Jeff Larose e Jean Auguste Chérismé alias Generale Bogi, ha rivelato la Rete Nazionale per la Difesa dei Diritti Umani (Rnddh), molti di loro sono stati imprigionati nelle case, in cui questi banditi armati avevano appiccato il fuoco. Anche decine di persone sono rimaste ferite dai proiettili.
Inoltre, 84 agenti di polizia nazionale sono stati uccisi, dal luglio 2021 all’aprile 2023, in 21 mesi di governo de facto di Ariel Henry, ha affermato in un rapporto l’organizzazione per i diritti umani Fondasyon je klere (Fjkl). “In media, vengono uccisi 4 poliziotti al mese. Alcuni in condizioni atroci e orribili. I video dell’esecuzione delle forze dell’ordine vengono postati sui social dai teppisti nella totale impunità”, ha ricordato il Fjkl, nel documento “Situazione di terrore ad Haiti, le figure nere del governo di Ariel Henry”.
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