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di Manuela ValsecchiAltreconomia.it

Dalla Grecia alla Bosnia, passando per la Serbia, le misure di contenimento per l’emergenza Covid-19 hanno avuto gravi ripercussioni sulla vita delle persone dentro e fuori i centri di accoglienza. Le testimonianze dei volontari e operatori umanitari rimasti e dei richiedenti asilo

Le condizioni dei migranti in transito lungo la rotta balcanica verso l’Unione europea si fanno sempre più difficili, aggravate dall’introduzione di misure di contenimento del virus Covid-19. A denunciarlo sono i (pochi) volontari e operatori umanitari rimasti sul campo, dalla Grecia fino alla Bosnia ed Erzegovina.

Grecia: la quarantena senza protezione
“La quarantena in Grecia è entrata in vigore a partire dalle 6 del 23 marzo: non si può uscire se non per questioni urgenti come fare la spesa, andare in farmacia o andare a

“Abbiamo voluto una “civiltà” piena di beni
ed abbiamo una “civiltà”
piena di fame, piena di veleni, piena di minacce”.
p. Ernesto Balducci

Ciao a tutte e a tutti, con o senza virus, auguri di una gioiosa e serena Pasqua. Oltre alla ricorrenza del 25 aprile che celebra la liberazione dalla dittatura fascista, questo mese è pieno di ricordi che non possiamo dimenticare: 4 aprile 1945 viene impiccato dalle SS Dietrich Bonhòffer; 5 aprile 1968 a Menphis viene assassinato Martin Luther King; dopo una lunga e dolorosa malattia il 20 aprile 1993 moriva il vescovo Tonino Bello; il 24 aprile 2010 viene uccisa in Haiti Dadoue e, il 25 aprile 1992 muore tragicamente padre Ernesto Balducci. Di seguito le notizie da Haiti e il ricordo di Dadoue.

NOTIZIE DA HAITI
C’è grande preoccupazione per cosa può succedere ad Haiti con il diffondersi del Covid-19 che pare sia già arrivato (v. sotto un comunicato di Alterpresse). Commuove il fatto che, in questa situazione, i nostri amici pensino a noi e ci inviino dei messaggi video di solidarietà e sostegno da parte delle diverse comunità della FDDPA …
Tutti esprimono la loro solidarietà e sono preoccupati per noi che considerano loro cari amici. Sanno cosa vuol dire malattia, hanno da poco subito il colera nel loro paese e ricordano come li abbiamo sostenuti in quel frangente. Ci consigliano di essere prudenti e di prendere precauzioni. Pregano per noi, che la malattia ci risparmi, che Dio ci protegga. Ci invitano ad avere coraggio.

IL 24 APRILE SARANNO 10 ANNI DA QUANDO DADOUE È STATA ASSASSINATA.
Ricordarla significa mantenere vivo tra noi quel che lei ci ha aiutato a capire con la sua vita e con la sua morte. Innanzi tutto la SCUOLA, l’EDUCAZIONE, la FORMAZIONE: per Dadoue la priorità assoluta. E per questo negli anni ’80 si inventa una scuola sulla montagna dei contadini senza terra, senza avere niente, nemmeno un luogo per ospitarla, utilizzando quello che c’era sul posto: sassi, pezzetti di legno, cenere, calce; ma con poche idee chiare: “Il principale scopo è quello di formare i ragazzi affinché non emigrino e si organizzino, invece di andare come dei pazzi ad ammassarsi nella miseria delle città e nei quartieri marginali (lavorare come facchini come bestie o diventare delinquenti). Nella zona invece potranno cambiare la cultura, fondare delle cooperative, fare artigianato, diventare falegnami e muratori, fare cucito e cucina.. Così si lotterà contro l’ingiustizia sociale… I contadini sapranno leggere e difendere i loro diritti. La nostra scuola esiste soprattutto per far parlare coloro che non possono parlare, per coloro che non possono rivendicare i loro diritti.” E diventa una scuola che non discrimina nessuno: “Le bambine diventano più numerose dei bambini. Una volta le donne sulla montagna erano analfabete, ma ora sanno scrivere, leggere, possono votare, guadagnare del denaro; ci sono donne che lavorano come animatrici rurali. Inoltre una volta non si mandavano le bambine a scuola mentre ora, se possono, i genitori mandano le ragazze anche a continuare gli studi dopo la scuola primaria. La scuola è fondamentale anche per il riconoscimento dei diritti delle donne… Una scuola che è aperta a tutti aldilà di ogni differenza di genere, religione, idee politiche”. Oggi sulla montagna ci sono tre scuole per bambine/i dai 3 anni in su e gli alunni e le alunne di ieri sono diventati/e i maestri e le maestre di oggi. E c’è una cooperativa di donne, ci sono due casse popolari, un centro di salute, due banche di sementi. Ci sono ancora tanti problemi, tanta strada da fare. Ma Dadoue è viva in mezzo alla gente di FDDPA. Ecco che ricordarla oggi, in questi giorni in cui rinchiusi/e nelle nostre case non possiamo riunirci come eravamo soliti/e, significa riflettere sul nostro impegno come rete per continuare in quel cammino per il cambiamento che lei ha iniziato e che chi l’ha conosciuta ed amata a Haiti cerca di di percorrere.

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