- Giugno 2025
Nell’ultima settimana, l’esercito israeliano ha ucciso centinaia di civili palestinesi a Gaza, in gran parte con proiettili, droni e artiglieria mentre cercavano di raggiungere centri di distribuzione trasformati in trappole per una popolazione stremata.
Il genocidio continua cosi in un modo al contempo crudele ed economico, liberando risorse per una nuova guerra di aggressione.
L’attacco israeliano all’Iran conferma che l’unico linguaggio riconosciuto dal governo Netanyahu è quello della distruzione e dell’escalation militare, nel disprezzo per la vita umana e il diritto internazionale. Il regime oppressivo iraniano a sua volta non ha remore nel rispondere con missili balistici che colpiscono centri abitati.
Il nostro primo pensiero va alle popolazioni civili iraniane, israeliane e palestinesi, vittime di queste nuova guerra. In particolare, nella “unica democrazia del Medio Oriente”, gran parte dei palestinesi all’interno della “linea verde” non ha accesso a rifugi antimissile: una disparità strutturale che rivela il sistema d’apartheid israeliano.
Siamo sconcertatɜ dal beneplacito che l’aggressione all’Iran ha ricevuto non solo da Trump, ma anche da molti governi europei, sconfessando in un attimo la scelta della via diplomatica sostenuta per anni. Le voci dellɜ attivistɜ iraniane sono chiare: no ai bombardamenti di potenze straniere nel nome della loro “libertà”.
I rischi di un collasso violento dello stato iraniano a seguito di un possibile ingresso in guerra degli Stati Uniti non sono neanche contemplati. La lezione della guerra in Iraq, cui all’epoca molti stati europei si erano opposti, sembra sia stata imparata al contrario.
Secondo una trama ormai tristemente familiare, anche la dirigenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si fa organo di propaganda militarista pro-israeliana, abdicando al ruolo di rappresentante della diversità ebraica in Italia, e nutrendo gli stereotipi di un antisemitismo crescente. Ancora una volta diciamo:
Not in Our Names!
Continuiamo a denunciare il genocidio Gaza e la violenza coloniale in Cisgiordania, che il conflitto fra Israele e Iran non deve far dimenticare. Israele deve essere fermato, la guerra deve finire
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